Altre trivelle in Bassa Romagna: dire basta una volta per tutte

Siamo a lanciare insieme a Legambiente Bassa Romagna, un ulteriore appello affinchè si adottino tutti gli strumenti consentiti, per impedire nuove estrazioni di idrocarburi nella Bassa Romagna

E’ del 6 gennaio la notizia secondo cui lo scorso 31 dicembre, l’attuale Ministero dello Sviluppo Economico ha approvato i decreti che sanciscono il conferimento della concessione di coltivazione di idrocarburi “Bagnacavallo” ed ulteriore proroga della concessione di coltivazione “San Potito”; entrambe ricadenti nella provincia di Ravenna e che in entrambi i casi, vedranno rendere operativi cinque pozzi (di cui tre nuovi ciascuno) di interesse rispettivamente della società “Aleanna Italia” e “Società Padana Energia”.

Torniamo a ricordare della natura geologica fortemente subsidente dell’area della Bassa Romagna e di come l’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo, sia un’attività fortemente determinante per l’abbassamento del suolo.

“Che l’adempimento sia frutto o meno di un’inerzia decisionale derivante da governi precedenti, poco importa. Quello che dobbiamo fare è il qui e ora, ed è importante che qui e ora si prendano posizioni chiare e decise anche a livello locale, per contrastare lo sviluppo di nuove attività di ricerca e di coltivazione di idrocarburi, nell’entroterra, come in mare”.

Invitiamo tutti gli amministratori locali ad avere il coraggio di divenire promotori di una sempre più necessaria transizione energetica, prendendo posizioni di contrasto ad ulteriori attività estrattive, a tutela del territorio e delle comunità che lo abitano.

“Il territorio della Bassa Romagna, ha già dato in termini di sfruttamento di risorse energetiche ed è pura follia consentirne un ulteriore sfruttamento da parte di queste società anche in vista delle disposizioni di tutela che propone la “Legge Ravenna”, per contrastare il fenomeno della subsidenza”.

“Pertanto, continuiamo ad augurarci che nuovi permessi ancora in fase di sola prospezione, come quello che interessa l’area “La Stefanina”, che riguarda le zone di Alfonsine, Mezzano e del Ferrarese, non trovino adito alla loro prosecuzione, ponendo per sempre fine a nuove attività estrattive sul territorio. Indipendentemente dalle decisioni ministeriali, noi continueremo ad opporci, nella speranza di avere vicini gli amministratori locali.”