GNL nemico del clima e della salute: l’inaugurazione del deposito a Ravenna è uno schiaffo alla transizione ecologica

Interveniamo sul nuovo deposito costiero di Marina di Ravenna: al 2030 dobbiamo ridurre le emissioni climalteranti del 60%, col nuovo deposito le aumentiamo. Dire che il GNL è una fonte energetica “più pulita” è una falsità.

Interveniamo senza mezzi termini nel contestare il deposito costiero di 20 mila mc di gas naturale liquefatto vicinissimo al centro abitato di Marina di Ravenna e Porto Corsini e commissionato da Depositi Italiani GNL, Edison e Scale Gas Solution, che verrà inaugurato il prossimo 26 ottobre a Marina di Ravenna.

L’impianto era già stato contestato dall’associazione e da comitati locali durante le prime fasi dell’iter di autorizzazione promuovendo una raccolta firme poi sfociata in una commissione consiliare specifica, ma senza i risultati sperati.

Ad oggi il deposito è stato realizzato ed è prossimo all’entrata in funzione: “come abbiamo già detto più volte è stata un’assurdità inserire l’impianto in un contesto già a rischio incidenti rilevanti elevato ed oltretutto così vicino al centro abitato. La riteniamo una scelta motivata solo da interessi economici dei proponenti e senza un reale beneficio per la comunità”.

Infatti, contestiamo anche il fatto che secondo i proponenti il GNL rappresenterebbe una fonte energetica più pulita, ma secondo il recente studio dell’associazione Transport&Environment i camion a GNL, mezzi su cui prevalentemente verrà destinata la risorsa, emettono 37 volte più particolato atmosferico dei veicoli a diesel, 2-5 volte in più di NOx ed il 26% in più di gas climalteranti considerando tutta la filiera del combustibile.

Il tema centrale sono infatti i gas climalteranti: “nel 2030 il PAESC (Piano d’azione per l’energia sostenibile ed il clima) del Comune di Ravenna si propone di tagliare del 60% l’emissione di gas climalteranti, ma intanto sul territorio si promuovono progetti che le incrementano. “

“Vogliamo ricordare come il gas metano sia un potente gas serra e di come le infrastrutture legate al gas inevitabilmente emettono una quota del 2-3% di gas metano direttamente in atmosfera per il fenomeno del venting. Nel caso specifico parte del gas stoccato viene addirittura bruciato per il mantenimento di pressioni costanti nei depositi”.

Secondo noi le soluzioni dovrebbero essere state altre: “l’impianto è sempre stato venduto come necessario per migliorare le emissioni del trasporto navale, ma solo una piccolissima parte del combustibile è destinato alle navi quando invece avrebbero potuto rifornirsi direttamente all’impianto di Rovigo già esistente. Per il trasporto merci è impensabile ad oggi investire ancora su gomma, quando ancora ci sono importanti quote da spostare su ferro”.

“E’ inutile ribadire che si tratta di un investimento fuori tempo massimo per la transizione ecologica, ma almeno chiediamo che venga posta un’attenzione particolare a questo impianto sia in termini di sicurezza che di emissioni dirette di gas metano”.