Daini: si tengano a bada i fucili

Interveniamo sulle provocazioni del PRI: prima i numeri degli esemplari. Troppo presto per invocare piani di abbattimento

Ricomincia la vicenda dei daini nella Pineta di Classe. Una vicenda che solo qualche anno fa ha vergognosamente generato comportamenti al limite del buon senso sia da parte della provincia che da parte dei cacciatori concedendo un abbattimento ingiustificato di 67 esemplari.

Un accanimento nei confronti di esemplari che non hanno colpe di insistere su questo territorio e che si trovano alla mercè di un divertimento malsano e spesso privo di un’effettiva utilità ecologica, ma che stagionalmente fa comodo alla politica.

“Prima di istigare alla pulizia dei fucili, si valutino interventi finalizzati al contenimento dello spostamento dei daini alle estremità della pineta con opportuni dissuasori, oltre a considerare possibili modalità eradicanti alternative all’abbattimento, ma solo dopo aver effettivamente valutato imparzialmente l’entità della popolazione presente”.

Proprio su quest’ultimo punto rammentiamo la possibilità come indicato dalla Legge 157/1992 art. 19 “Controllo della fauna selvatica” che definisce la necessità di valutare preventivamente eventuali operazioni alternative all’abbattimento.

Ci appelliamo poi ad un’oculata valutazione degli effettivi danni procurati dagli animali senza spingersi agli allarmismi.

“Non devono essere gli allarmismi ingiustificati, ne tantomeno gli eventuali interessi elettorali a delineare il destino di questi animali, tra l’altro già soggetti ad attività di bracconaggio, ma piuttosto il buon senso tipico di una società intellettualmente sviluppata”.

Infine, rispondendo al PRI: “sparare bendati contro dei daini è sicuramente molto più becero che prendere posizioni ambientaliste in loro difesa, con valore critico e ponderato ”.